Bando RICA - Rigenerare Legami

Pubblicato il 27 aprile 2022 • Storia di Baranzate

BANDO RICA - RIGENERARE LEGAMI

30 APRILE 2022

BREVI CENNI STORICI DI BARANZATE

Nel 292 d.C. Milano diventa capitale dell’Impero Romano d’Occidente, poi con Teodosio e il Vescovo Sant’Ambrogio tutto l’alto milanese prospera con agricoltura e allevamento, tanto da diventare preda delle invasioni barbariche.

Con i Longobardi viene creata la Pieve, che definisce un ambito territoriale: Baranzate fa parte della Pieve di Bollate. Infatti, da un Codice Longobardo, nel 994 si trova il nome della località di “Balanziate”.

Negli atti del comune di Milano del 1235 si trovano parecchi documenti che riguardano Baranzate, ormai costituito a Comune, e riportano cessioni e affitti di terreni che appartenevano per la maggior parte alle istituzioni ecclesiastiche.

Tra la fine del Trecento e la fine del Quattrocento Baranzate era un villaggio esclusivamente agricolo con un nucleo centrale, circondato da poderi e vigneti, costituito da un insieme di case coloniche, o cascine, e il cui territorio era percorso da numerosi torrenti e fontanili.

Nel 1450 iniziò il periodo della dinastia sforzesca e venne introdotta la coltivazione dei gelsi (per l'allevamento dei bachi da seta) che terminò attorno al 1930 a causa dell’avvento della seta artificiale.

Con la deposizione di Ludovico Sforza nel 1500, iniziò per le terre del Ducato di Milano il lungo periodo della dominazione straniera.

Con l'avvento di Napoleone Bonaparte, il territorio della Pianura Padana e della Lombardia entrarono a far parte dell’impero francese e nel 1797 Milano diventò capitale della Repubblica Cisalpina. Baranzate apparteneva al dipartimento d’Olona, distretto 27, Pieve di Bollate, circondario 32, divisione di Milano, delegazione 9.

Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, nel 1859 la Lombardia fu ceduta dall'impero austriaco a Vittorio Emanuele II di Savoia ed annessa al Regno di Sardegna. Il 14 marzo 1861 il regno sabaudo si trasformò in Regno D’Italia con capitale Torino.

Il Comune di Baranzate, con un regio decreto, fu soppresso nel 1869, e venne aggregato al Comune di Bollate.

Con l’arrivo di Carlo Erba (1880) si ha una piccola rivoluzione a Baranzate: egli, oltre ad acquistare i terreni per coltivare erbe medicinali, impianta la fabbrica per la produzione del “Tamarindo Erba”; tale fabbrica verrà poi venduta nel 1895 alla Leon Beaux, fabbrica di munizioni, e nello stesso periodo inizia anche l’insediamento di altre piccole manifatture artigianali, soprattutto nella zona vicino a Roserio, nell’attuale via Gorizia/via Merano.

Nel 1936 Baranzate contava 851 abitanti.

Negli anni Cinquanta/Sessanta, in pieno boom economico, si assisté ad un'altissima crescita demografica dovuta ai flussi migratori provenienti da ogni regione d'Italia.

Baranzate raggiunse i 4.389 abitanti. Sul territorio nacquero molte industrie e la pressante richiesta di abitazioni portò ad un'urbanizzazione irrazionale e disordinata nelle aree confinanti con il Comune di Milano: le coltivazioni agricole cominciarono a scomparire progressivamente.

Nel 1971 Baranzate contava 12.175 abitanti con un aumento nel decennio precedente pari al 178%.

Il 21 maggio 1997 il comitato "Uniti per Baranzate" chiese la costituzione di Baranzate quale Comune autonomo, confermato nel 1999 da un referendum. La legge regionale n. 13 del 22 maggio 2004, entrata in vigore il successivo 8 giugno, ha definitivamente sancito la costituzione di Baranzate in Comune.

Nel 2019 Baranzate è il Comune più multietnico d’Italia con ben 76 etnie.

L’edificio più antico di Baranzate è la chiesetta di via Sauro (chiesa di San Vincenzo, secolo XIII); la parrocchia era quella di Bollate che riuniva gli oratori di Baranzate e Roserio.

la chiesetta ieri

La Chiesetta ieri

la chiesetta oggi

La Chiesetta oggi (Sala Espositiva Comunale)

 

LO STEMMA COMUNALE

Lo stemma del Comune di Baranzate, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 20 marzo 2006, raffigura l’albero di gelso a ricordo delle coltivazioni che costituivano in passato una delle principali risorse del Comune, mentre la più recente realtà industriale è simboleggiata dal bordo merlato che richiama il profilo di un ingranaggio.

lo stemma

BARANZATE RURALE - ANNI 1950/70 IL CENTRO DEL PAESE: LE CASCINE

Davanti era la parte abitativa, dietro le stalle, i ripostigli e i bagni.

“Orbiseu” era una botola situata sul soffitto della cucina, che alla sera veniva aperta per lasciar passare il calore della stufa accesa nelle stanze soprastanti. Le stanze da letto si trovavano infatti al secondo piano, e si raggiungevano dall'esterno tramite scalinate.

Sopra alle stanze, si trovavano le granaglie, dove venivano messi ad essiccare i raccolti di grano e granturco.

Dalla parte delle stalle, al piano superiore, si trovavano i fienili. Vediamo ancora oggi le finestre tipiche con mattoni messi in modo da ottenere dei fori, che servivano per arieggiare l'ambiente. L'acqua si attingeva alla “tromba”, fontana in cortile.

cascina 1

cascina 2

cascina 3

cascina 4

cascina 5

cascina 6

Negli anni ‘50, le strade non erano asfaltate e per la via centrale passava un fosso che andava verso Bollate. Qui, dai due fontanili, sgorgava l'acqua sorgente.

Al fossato le donne andavano a lavare i panni che stendevano nei cortili delle cascine, e gli uomini, in altra zona apposita, a far abbeverare il bestiame.

naviglio

processione

 

Negli anni ‘70, la via principale inizia ad assumere l’aspetto che oggi riconosciamo:

florida 1

florida 3

florida 4

 

CONTROCAMPO: OSTERIA “TRI BASEI” (tre gradini).

Gli uomini vi si ritrovavano per giocare a bocce e a carte, e bere vino e grappa, e a guardare la televisione.

I cacciatori si trovavano a festeggiare la stagione di caccia mangiando polenta e lepre in salmì.

tribasei 1

tribasei 2

tribasei 3

 

30 APRILE 2022: Progetto di riqualificazione "LEGAMI MULTIDIMENSIONALI"

 

Il nostro paese è la trama (orizzontale) e le nostre storie sono l'ordito (verticale) di un capolavoro di interconnessione in via di continua evoluzione.

E mentre riqualifichiamo un luogo, ci prendiamo cura di noi.

"Le persone normalmente tagliano la realtà in compartimenti, e quindi non sono in grado di vedere l'interdipendenza di tutti i fenomeni: vederne uno in tutto e tutto in uno è sfondare la grande barriera che restringe la propria percezione della realtà."

(Thich Nhat Hanh)

murale

illustrazione: Lele Cosmo

partner

Libri consigliati: “La neve ti piacerà” e “Polenta e latte”, di Maria Grazia Cerrai - “Baranzate, un borgo nella storia dell’Alto Milanese”, di Giannicola Angelini - “Una storia su due ruote”, di Paolo Nizzola, Giordano Minora, Luigi Dusi.

libri

GRAZIE ai cittadini baranzatesi che ci hanno donato i loro ricordi per questo progetto.

 

LA MIA BARANSA’

Adèss che gou una certa età, me fermi un atim a pensà vedi un picul paesin, cun Milàn propi al cunfin

un paesin de periferia ma cun tanta puesia

i so casin cun el lubiun, cun la trumba sota el purtun

e in ogni curt de la casina, ognun gaveva la latrina

cun i cass, cun su el fen e i fasinèt, per pisà el caminèt

ghera una picula gesèta cun davanti una piasèta

cun el Don Livio sto grand' omm a di mèsa come fus in Dom

ghera l' asilo cun suor Giusepina, la suor Anna e la suor Gina

e i fiulèt cun el scusarin tegnì per man el so cestin

ghera el topolino e el tribasèi, due ghera denter semper quèi

el gioeucc di bocc del tabache cun a fianc el prestine

e in facia a sti negusièt pasava propi un bèl fusèt

a pensac ben l' era no una gran belèsa,

ma l'era impurtant l' era la mia giuinèsa.

Franco Pasqualini

(Baranzate)

storia tot
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