Soldato disperso in Russia, consegnato il piastrino ai parenti

Pubblicato il 4 novembre 2024 • Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate

Sabato 2 novembre il Comune di Baranzate ha celebrato la Giornata dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.
 
Accanto alle consuete celebrazioni la giornata è stata occasione per ricordare Giuseppe d’Iapico soldato nato a Comiso (Ragusa) nel 1915 e disperso in Russia nel gennaio 1943.
 
Presso la biblioteca comunale è stato consegnato ai familiari che abitano a Baranzate il piastrino di riconoscimento di D'Iapico, recuperato in una località vicino a Mosca da Antonio Respighi e Gianna Respighi del gruppo alpini di Abbiategrasso.
 
I coniugi Respighi da quindici anni sono impegnati in un importante lavoro di ricerca dei familiari dei dispersi in Russia con lo scopo di far pervenire loro la “reliquia” dei propri cari che non sono più tornati dalla guerra.
Alle celebrazioni è stato presente Dante di Trapani, Assessore del Comune di Comiso, che insieme al Sindaco di Baranzate Luca Elia ha voluto ricordare l’estremo sacrificio di Giuseppe D’Iapico e consegnare la targa ricordo e il piastrino ai familiari.
 
Questo momento segna l’inizio di un rapporto di amicizia e collaborazione con il Comune di Comiso.
 
Durante le celebrazioni il Sindaco Luca Elia ha ricordato il lavoro dei soldati di oggi che negli scenari di crisi internazionale operano per il mantenimento della pace, insieme al coraggio e al sacrificio dei nostri soldati italiani che, oltre settant’anni fa, si trovarono a combattere in Russia, come Giuseppe D’Iapico.
 
Il Sindaco Luca Elia ha dichiarato che:
“La loro è una storia di sofferenza, di eroismo e di profondo dolore, che ha segnato intere famiglie e comunità.
 
Una storia che merita di essere raccontata e ricordata, affinché non si perda mai il significato del loro sacrificio e del loro valore.
 
Furono giovani uomini, molti dei quali poco più che ragazzi, che lasciarono le proprie case e le proprie famiglie, spesso senza immaginare quanto duramente sarebbero stati messi alla prova.
 
Questi giovani si trovarono a fronteggiare non solo le forze nemiche, ma anche l’implacabile inverno russo, con temperature che scendevano a quaranta gradi sottozero.
 
Pensiamo a quei soldati dispersi come a degli eroi senza nome, figli di questa nostra terra, che furono portati lontano dalla loro patria per combattere in una guerra dura e crudele.
 
Rendiamo omaggio al loro sacrificio, alla loro forza e al loro coraggio. Non dobbiamo dimenticare che dietro quei numeri, dietro quelle storie, ci sono stati uomini veri, con sogni, speranze e famiglie che li attendevano.
 
La memoria è il dono più grande che possiamo offrire loro.
 
È nostro dovere raccontare queste storie, perché ricordare è anche costruire un futuro migliore, un futuro di pace e di consapevolezza.
 
Che il loro sacrificio non sia vano, e che da esso impariamo l’importanza del rispetto per la vita umana, della giustizia e della pace.
 
A loro va oggi il nostro più profondo rispetto, il nostro ricordo e la nostra preghiera. Che possano riposare in pace, e che la nostra memoria li accompagni per sempre”


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